ASHTANGA YOGA
L'Ashtanga Yoga è un metodo tradizionale, originario del sud dell'India, in cui gli asana sono eseguiti coordinando respiro e movimento in sequenze specifiche che prevedono un dato numero di Vinyasa e dei precisi criteri di allineamento (fisico ed energetico sottile). E' una pratica dinamica che, vissuta nel quotidiano, riesce a purificare in profondità corpo e mente, curandoli e rinforzandoli.
Aṣṭāṅga è una parola sanscrita composta da astau (otto) e anga (limbi, rami, stadi) ed è collegata direttamente alla filosofia Yoga che Patanjali illustra nel testo di riferimento degli Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga).
Nel secondo capitolo di questa opera (Sādhana Pāda) è descritto il come seguire praticamente il percorso verso il Samādhi (unione del meditante con l'oggetto della meditazione) attraverso l'Aṣṭāṅga Yoga.
Iniziamo praticando Asana e Pranayama
con determinazione, devozione, disciplina e dedizione.
Coltivando la gioia e senza attaccamento al risultato
questa meravigliosa pratica si manifesta
in tutti i suoi Asht-anga
Parampara, il lignaggio
Tutte le scuole di yoga tradizionale fanno riferimento ad un lignaggio come elemento su cui si fonda la trasmissione della conoscenza, e si tratta di una trasmissione di tipo verticale, di Maestro in Maestro. Senza aver studiato con un Guru la conoscenza spirituale, differente da quella tecnica, non può arrivare all'allievo. Ben lontano dal nostro modo di intendere la conoscenza, considerata come qualcosa da possedere o di cui disporre a proprio piacimento, il Parampara può essere considerato con devozione una antica linea di trasmissione della quale far parte e senza la quale non saremmo qui a praticare.
S.T. Krishnamacharya
Generalmente si fa risalire il lignaggio dell’Ashtanga Yoga al Maestro spirituale S.T. Krishnamacharya, a sua volta allievo di Yogeshwara Ramamohana Brahmachar.
Attraverso il testo perduto Yoga Korunta, scritto da Vamana Rishi, gli insegnamenti e le tecniche yogiche venivano trasmesse a Krishnamacharya ed in seguito a S.K.Pattabhi Jois, il quale sosteneva che l'antico testo descrivesse tutti gli asana ed i Vinyasa delle sequenze del sistema da lui appreso.
Nel 1934 Krishnamacharya scrisse lo Yoga Makaranda nel quale erano descritti molti degli asana insieme al sistema del Vinyasa; essi furono rielaborati in seguito nell'insegnamento di S.K. Pattabhi Jois che denominò il sistema Ashtanga Yoga.
Guruji S.K. Pattabhi Jois
Shri Krishna Pattabhi Jois nasce nel luglio del 1915, il giorno di Guru Purnima (festa dei Maestri). Figlio di un astrologo bramhino, apprende i Veda (testi sacri rivelati) ed i rituali induisti fin da piccolo.
A 12 anni assiste ad una dimostrazione di Yoga tenuta da S.T.Krishnamacharya e da quel momento inizia a seguirlo per studiare con lui tutti i giorni, per due anni. Dopo la Cerimonia del Filo (iniziazione alla vita spirituale,in cui si nasce per la seconda volta) lascia quattordicenne il suo villaggio di origine per andare a studiare Sanscrito all'Università di Mysore. Nel 1932 incontra nuovamente S.T.Krishnamacharya e riprende con lui gli studi interrotti, seguendolo per altri 25 anni.
In quegli anni S.K.Pattabhi Jois conosce il Maharaja di Mysore che lo chiama per eseguire dimostrazioni di Yoga nella shala del palazzo reale e lo nomina docente di Sanscrito e di Yoga all'Università.
Dopo essersi ritirato dall'Università nel 1973, S.K.Pattabhi Jois trasmette l'eredità spirituale di S.T.Krishnamacharya, promuovendo la conoscenza dell'Ashtanga Yoga in occidente e continuando con il suo insegnamento a Mysore, prima nella shala di Lakshmipuram ed in seguito a Gokulam. Lascia il corpo il 18 maggio 2009 a 93 anni.
Grazie a quest'ultimo si deve la diffusione alle donne ed in occidente; ad oggi l'eredità spirituale di S.K.Pattabhi Jois è portata avanti dal nipote R. Sharat Jois, dal primogenito Manju Jois e dalla figlia Saraswati Jois.
Sharathji Jois
SharathJi, Maestro con cui studiamo, è il nipote di S.K.Pattabhi Jois, figlio di Saraswathi Rangaswamy.
A 7 anni inizia a sperimentare la pratica degli asana fino a 19 anni, età in cui inizia a praticare Ashtanga Yoga regolarmente. Si forma da subito assistendo il nonno nella Shala di Lakshmipuram ogni giorno per molti anni, rimanendo a Mysore insieme alla madre Saraswathi ed alla sorella Sharmila. Già direttore del KPJAYI negli ultimi anni di vita di GuruJi, alla morte del nonno ne raccoglie l'eredità diventando punto di riferimento mondiale a Mysore per lo studio dell'Ashtanga nella sua forma più tradizionale ed è l'unico a concedere l'autorizzazione all'insegnamento secondo questo lignaggio. Ad oggi SharathJi accoglie nella nuova spaziosa Shala dello Sharath Yoga Centre SYC i tantissimi praticanti provenienti da tutto il mondo per studiare con lui lo a Mysore.
Manju P. Jois
E' il figlio primogenito di S.K.Pattabhi Jois. Impara questa forma di Yoga dal padre e già a 7 anni segue le sue lezioni mattutine prima della scuola.
Manju inizia ad insegnare all’età di 15 anni assieme al padre, con cui diffonde l’Ashtanga negli Stati Uniti a partire dal 1975; ad oggi viaggia in tutto il mondo per trasmettere questa forma tradizionale di Yoga, rielaborata secondo la sua profonda esperienza.
La Pratica, un'idea attraverso le parole
L'Ashtanga Yoga viene descritto da molti come una meditazione in movimento e può essere praticato da tutti, senza limiti di età, estrazione sociale, credo o genere. L'unico fattore davvero discriminante è la volontà, che a volte si manifesta fin da subito, altre arriva con il tempo. Il praticare stesso crea le condizioni affinché le qualità di volontà e tenacia, già presenti in ognuno, siano costantemente innaffiate, permettendo al corpo di essere sano ed alla mente di essere stabile.
Il respiro sonoro, cuore di questa pratica, riscalda il corpo e i muscoli, i bandha (controllo di alcuni gruppi muscolari) sostengono gli asana insieme al drishti (sguardo che viene direzionato in un punto specifico) che aumenta la concentrazione (dharana). Fisiologicamente, durante la pratica, si stimola la circolazione in tutti gli organi e tessuti, in particolare nelle articolazioni, ed il sangue si ossigena maggiormente, con grandi benefici per il metabolismo cellulare. L'intensa sudorazione è il risultato del profondo processo di purificazione dell'intero sistema corpo-mente attraverso il movimento nel respiro.
La pratica a qualunque livello, adattata alle possibilità di ciascuno, diventa una bellissima danza del corpo al ritmo del respiro e paragonando questa pratica alla composizione di una collana perfetta, le posture sono i grani e le tre tecniche (ujjayi, bandha, drishti) il filo che li unisce.
Il percorso di profonda trasformazione che questa pratica può innescare è il risultato di una danza a due, nella quale entrambe le parti sono coinvolte in un intenso lavoro: l'insegnante con la sua esperienza, sostegno e visione chiara, lo studente con la sua irrinunciabile intelligenza, consapevolezza e voglia di migliorarsi. Una unica occasione di crescita, nella fiducia e nel rispetto reciproco.
I mantra, cioè ciò che cantiamo all'inizio ed alla fine della pratica
Il mantra di apertura dell'Ashtanga Yoga è il modo in cui tradizionalmente si inizia la pratica; mentre la seconda strofa è comune alle scuole che seguono gli insegnamenti di S.T. Krishnamacharya, la prima strofa viene cantata solo dalla scuola di Ashtanga.
Il testo è una dedica della propria pratica personale ai Maestri (Guru) in generale e a Patanjali in particolare, considerato una personificazione (avatar) del dio Visnu. Il canto del mantra di apertura rappresenta la dedica dell'impegno messo nella pratica a qualcosa di più del proprio io-ego, ci connette con le radici della conoscenza trasmessa in modo che possiamo praticare in profondità e consapevolezza ogni movimento e respiro.
Il mantra di chiusura è cantato individualmente nella classe Mysore al termine della propria pratica, condotta con il proprio ritmo. E' un augurio affinché l'energia singola e collettiva attivata sia indirizzata al benessere del genere umano ed alla felicità di tutti gli esseri.
MANTRA DI APERTURA
Om
Vande gurunaam chaaranara vinde /
Sandar shita svaatma sukhava bhode /
Nih sreyase jaangali kayamane /
Samsara haalaahala mohashantye //
Abahu purusha karam /
Shankha chakraasi dharinam /
Sahasra shirasam shvetam /
Pranamaami patanjalim /
Om
Mi inchino ai piedi di loto del nostro supremo Maestro,
che ci rivela il nostro vero sé e la gioia del risveglio
Come un guaritore nella giungla egli ci porta uno stato totale di benessere.
Egli sa perfino come sconfiggere il pericoloso veleno dell’esistenza condizionata e dell‘illusione.LA parte superiore del corpo di aspetto umano, porta con sé una conchiglia (suono originario), un disco di fuoco (l’Infinito) e una spada (potere di discriminazione)Io mi inchino a Patanjali,
dalle 1000 teste sfolgoranti.
Om
MANTRA DI CHIUSURA
Om
Swasti prajaabyham paripaala yantaam /
Jnaayena maargena mahiim mahimshaam /
Go braahmanebhyach shubhamastu nityam /
Lokhaa samastaa sukhino bhavantu //
Om shantih shantih shantihi
Om
Possa essere protetto il benessere di tutto il genere umano,
dai forti e potenti leader nella maniera più giusta, equa.
Possa il successo essere con le divinità ed i saggi - studiosi, dotti (braahmanebhyach),
Possano tutti i mondi (lokha) divenire felici (sukhino).
Om pace, pace, pace.
Om